sabato 29 agosto 2009

il generale, la direttrice e i militari


Capita di incontrare tanta gente nella vita e di tanti non ricorderai quasi nulla. La loro immagine si dissolve come una scritta sulla spiaggia, il loro profumo svanisce con la sola brezza di primavera. Ci sono invece persone che ti lasciano il segno che, in bene e in male, incidono nel cuore la traccia indelebile della loro presenza.
Il generale Djviak e' senz'altro uno di quelli. Ufficiale dell'esercito jugoslavo negli anni di Tito, il papa' serbo e la mamma sarajevita, nei giorni della guerra decide di schierarsi con i bosgnacchi e di difendfere la citta' assumendo il compito piu' alto. E' arrivato fra noi puntualissimo, i capelli bianchi di un settantenne e la voglia di scherzare e di raccontare ai giovani pari a quella di un bimbo entusiasta. Ci racconta cos'era Sarajevo in quei giorni e poi con lui sfrecciamo a due posizioni del fronte. Da uomo esperto ci parla di tecniche di guerra, di cifre, di azioni. Ma la sua umanita' trapela quando siamo insieme sul pulmino e si lascia andare a giudizi e a racconti personali. Si commuove a parlare di Srebrenica, spera nel futuro ma solo se i presupposti saranno la Giustizia, la riconciliazione e la Pace. Un generale, mi dice, in tempo di guerra deve stare al fronte assieme ai suoi soldati e poi deve scendere in citta' per sostenere il morale del suo popolo e sara' per questo che qui e' al pari di un eroe nazionale e la gente lo ferma, con un pizzico di imbarazzo per lui, di tanto in tanto per potergli strtingere la mano o per abbracciare il loro Generale! Ora Djviak si occupa di bambini orfani di guerra con una buona Associazione. La gente migliore e' quella che sa metterci animo e cuore in tutto quello che fa e poi non ha paura di cambiare rotta quando la prima e' troppo angusta o svilente per la propria liberta'.
La direttrice la incontro invece all'orfanotrofio pubblico e ne avrei fatto volentieri a meno. La posa, i tratti, il suono della voce rispecchiano esattamente l'immaginario della cattiva direttrice di un posto terribile come l'orfanotrofio di cui ho gia' scritto. I bambini giocano da soli nello sporco del cortile o si aggrappano a vecchie strutture arrugginite e lei incurante di tutto questo ci fa storie perche' vorremmo utilizzare delle tempere sulle magliette! La guardo male e lei se ne accorge...tanto che alla nostra traduttrice replica seccata: ma che faccia ha questo! Eh, si, cara direttrice, peccato che non mi possa capire. Mastico amaro finche' non decido di vendicarmi...con ironia. Ora quando comparira' le staro' attaccato, fingero' di essere un clown e di volerla sporcare con le tempere ridendo io e facendo ridere i bambini stupiti di tanta confidenza. Ma la cosa piu' bella e' stata la foto finale: una con lei e una scattata da lei. Nell'ultima ho fatto mettere i bambini in posa facendo una bella linguaccia piu' che all'obbiettivo della macchina alla strega-direttrice. E le risate dei bambini mi hanno appagato quasi completamente!
Ieri sera invece sono venuti fra noi 5 militari italiani impegnati nella missione di pace in Bosnia. La prima parte dell'incontro e' stata decisamente tecnica ma ad un tratto trapela l'umanita' dei ragazzi quando raccontano il perche' della loro scelta. Uno di loro dice che quando si fa del bene, pur se piccolo, vale comunque la pena anche al costo di lasciare la propria citta' e trovarsi in un altro paese. Che forza, e quante coincidenze con quello che anche noi stiamo vivendo in questi giorni. Aldila' di tanta retorica nazionalista, un grazie di rappresentarci cosi' all'estero!

Nessun commento:

Posta un commento