sabato 22 agosto 2009

è notte alta e sono sveglio!

Forse è l'ansia che precede ogni mio viaggio, forse è il mio perfezionismo atavico che non molla la presa, forse è la paura che qualcosa rovini il viaggio e l'esperienza a Sarajevo... e comunque sono sveglio con la predica di domani da portare a termine, con l'elenco di consegne da fare per la prossima settimana in oratorio, con una mail da scrivere a don Roberto e con la valigia ancora vuota sul mio letto. Il sonno non arriva!
Posso provare a trasformare le paure in desideri:
vorrei che questo campo di lavoro ci sconvolgesse la vita
vorrei che quella terra con i suoi poveri e in particolare con i suoi bambini ci togliesse la pace delle nostre coscienze troppo rappacificate con la povertà del mondo
vorrei che lo Spirito seminasse la gioia che sta più nel dare che nel ricevere
vorrei che almeno un segno rimanesse indelebile nel cuore dei nostri adolescenti e giovani e li portasse a scommettere sull'amore, l'unica cosa che conta e per cui vale la pena vivere al costo amaro della soltudine e del sorriso di disprezzo di chi si crede già sazio
vorrei...ma ora è tempo di concludere le tante incombenze!
Tutto metto nelle mani di Gesù e di Maria Ausiliatrice.
Le prossime righe le scriverò da Sarajevo.
PS ormai mi è chiaro che ogni partenza assomigia un po' alla morte: devi lasciare delle cose per guadare i confini rassicuranti della tua vita...sarà per questo che ho mal di pancia?!

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